Marsaxlokk, un tempo principalmente porto delle famose colorate barche tradizionali, chiamate luzzus, della pesca costiera di Malta, è oggi ancor più un’attrazione turistica che un importante smistamento di frutti di mare per l’economia e la società di Malta. Ospita anche nuove tipologie di navi in cui la tradizione incontra la modernità. Quest’isola al centro del Mediterraneo, tra Sicilia e Tunisia, testimonia migliaia di anni di mescolanza di culture, colonizzazioni e creazione di una miscela unica di architettura, cibo, arti e pratiche influenzate dalla gente del posto, dagli invasori del passato e dai visitatori di oggi.

Bei ristoranti ora fiancheggiano il lungomare del porto. Domenica 11 settembre 2022 la tradizionale festa del pesce ha portato masse di persone agli stand di pesce, frutta, verdura e souvenir del mercato lungo il molo con barche tradizionali, piccole imbarcazioni da trasporto turistico e altre barche ancorate in vista.

La visita era per Mundus maris una opportunità da non mancare, per approfondire un poco la condizione dei pescatori artigianali nel mutevole paesaggio marino di Malta prima della tappa europea del 4° Congresso mondiale della pesca artigianale che si terrà dal 12 al 14 settembre sull’isola. Il pomeriggio e la sera il mercato del pesce di Marsaxlokk ha ceduto il posto a stand informativi con modelli amorevolmente mantenuti di generazioni di luzzus, opuscoli sui risultati della ricerca organizzati dal dinamico staff del ministero della pesca, sussidi didattici di una ONG insieme a mascelle per distinguere le diverse specie di squali, inoltre cibo a base di pesce e bancarelle di caramelle. Un palcoscenico musicale ha attirato grandi folle di tutte le età che si sono abbandonate alle canzoni popolari e all’atmosfera celebrativa.

Dove la tradizione incontra la modernità - Marsaxlokk nel 2022

Nel 1952 Malta ha registrato il maggior numero di catture totali dopo la riduzione forzata della pesca della seconda guerra mondiale, come ricostruito dalla Iniziativa Sea Around Us. La sola acciuga europea ha generato catture per oltre 14.000 tonnellate per poi scomparire dalle catture dal 2018. Il 1976 ha visto un altro picco di catture totali – quasi 16.000 tonnellate –  quindi le estrazioni sono diminuite a meno di 6.000 tonnellate negli anni tra il 1990 e il 2012. La produzione è leggermente ripresa, anche grazie all’inizio di ingrasso di tonni in grandi gabbie marine. Le registrazioni delle catture sono notevolmente migliorate negli ultimi anni, anche se rimane ancora molto da migliorare nell’accuratezza dei dati. La carenza di personale nel ministero non aiuta l’attendibilità dei dati. Il forte aumento delle catture nel 2018 è stato seguito da un altrettanto forte calo l’anno successivo.

Per il fiorente allevamento di tonni, il tonno rosso che migra lungo la costa viene avvistato durante la stagione della deposizione delle uova e rinchiuso all’incirca tra aprile/maggio e luglio di ogni anno. Enormi reti a circuizione sono gestite da navi specializzate al servizio dell’industria dell’ingrasso del tonno in mare aperto. Il trasferimento può richiedere diverse settimane di traino vivo nelle reti fino a destinazione nelle gabbie da ingrasso in modo da evitare di danneggiare il prezioso pesce.

Il processo di trasferimento alle sole cinque compagnie di tonno a Malta è normalmente monitorato dal dipartimento della pesca del governo maltese, dall’Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA, con sede a Vigo, Spagna) e dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT) secondo le quote consentite. Le catture in eccesso dovrebbero essere rilasciate vive per riportare le popolazioni a livelli più robusti. La quantità di tonno novellame consentita viene quindi trasferita nelle gabbie. Due delle cinque compagnie di tonno sono di proprietà straniera: il gruppo spagnolo Ricardo Fuentes e la giapponese Toei Reefer Line.

In origine i pescatori artigianali catturavano il tonno rosso con amo e lenza, un pesce alla volta. Nel 2005 Malta ha introdotto il primo contingente di pescherecci industriali con reti a circuizione, portando rapidamente alla pesca eccessiva. L’introduzione di un regime di contingenti individuali trasferibili (ITQ), ha portato a un certo recupero delle risorse, ma non tutti gli pescatori artigianali hanno potuto dimostrare di aver pescato tonno col metodo tradizionale, perché le loro catture non erano state ufficialmente registrate. Solo il 20% dei precedenti pescatori professionisti è stato riconosciuto come detentore di quote sulla base delle catture registrate in passato. I nuovi arrivati – investitori – della pesca industriale hanno quindi acquistato gli ITQ dai pescatori tradizionali che non potevano tutti permettersi i diritti di licenza. Quindi la pesca artigianale è stata in gran parte esclusa dalla attività precedentemente redditizia. Un buon numero di pescatori si è arreso o non ha trovato sostituti al raggiungimento dell’età pensionabile. I cinque pesi massimi nel settore dell’allevamento ora de facto controllano non solo la quota, ma anche l’accesso ai mercati internazionali. Da qualche tempo a Marsaxlokk non vengono costruiti nuovi luzzus e parecchi sono andati fuori servizio nel corso degli anni.

Nutrito da mangime pescato una volta nel Mediterraneo, ora anche più lontano, il tonno in gabbia deve raggiungere la giusta dimensione e consistenza sotto gli occhi attenti degli operatori delle gabbie e dei loro acquirenti, per lo più giapponesi.

Gli acquirenti dal Giappone apprezzano particolarmente il tonno rosso del Mediterraneo per il giusto equilibrio tra grasso e carne e in genere acquistano circa il 70% della produzione annua. Durante il periodo della raccolta il tonno viene macellato e congelato per finire nel nuovo mercato del pesce di Tokyo in innumerevoli piatti di sashimi e sushi, sia in Giappone che altrove.

Battello di servizio per l'ingrasso del tonno in mare aperto
La Fontana del pescatore è abbellita da un bel gruppo di statue che rappresentano il ritorno del pescatore che incontra i suoi bambini e un gatto
Questo modello di barca porta le armi della Serenissima di Venezia, testimonianza della fusione tra culture nel Mediterraneo
Tranci di salmone importato semicongelati tagliati e offerti accanto a bistecche di tonno provenienti da allevamenti locali o dai pochi operatori artigianali rimasti

In Malta le imprese legali di tonno hanno prodotto più di 120 milioni di € nel 2018. Malta è il maggior fornitore nel Mediterraneo di tonno rosso. Altri grandi produttori sono Spagna, Turchia, Croazia, Cipro e Libia. Apparentemente i tentativi dell’Italia sono stati fermati. La Francia non ha mai permesso l’ingrasso del tonno. Il Times of Malta ha riferito nel 2019 dell’indagine Tarantelo sui trasferimenti illegali di tonno rosso che si suppone avvenissero tra un ranch a Malta e la Spagna.

Dunque, quali prospettive per i pescatori artigianali maltesi? Molti lavorano già come marinai per gli allevatori durante la stagione della deposizione delle uova dei tonni. Abbiamo visto alcuni della vecchia generazione raggiungere il pubblico con adorabili modelli di luzzus tradizionali durante il festival nel tentativo di mantenere viva la conoscenza delle tradizioni artigianali.

Gran parte del futuro dipenderà dalla gestione dell’assegnazione delle quote e dal sostegno all’accesso ai mercati per i pescatori artigianali, in combinazione con la ricostruzione delle risorse esaurite accessibili agli artigiani.

Dopo tutto i pescatori non vogliono essere trattati come pezzi da museo o solo come attrazione turistica temporanea. Ma poiché le loro barche hanno una portata limitata e soffrono già per la diffusa pesca eccessiva, il discorso di istituire aree marine protette o almeno periodi di chiusura durante i periodi riproduttivi dei principali pesci bersaglio è drammaticamente influente sul loro flusso di cassa e la capacità di guadagnarsi da vivere.

Una certa sfiducia nei confronti dei precedenti governi non facilita il dialogo e la ricerca di soluzioni per i periodi di transizione. Ma senza tale dialogo è molto più difficile immaginare un cambiamento positivo. Tutte le parti saranno disposte ad ascoltarsi a vicenda e costruire una nuova fiducia, come base per soluzioni eque?

Nel frattempo, ‘the show must go on’. Le bancarelle del mercato vendono allegramente bistecche di tonno accanto a salmone importato ancora mezzo congelato e qualche lampuki intero sul ghiaccio come qui nella foto a destra. La maggior parte dei turisti non sarà comunque in grado di distinguere molto bene tra le diverse specie. E la gente del posto rimarrà esigente.

Non è cosa facile trovare nuovi equilibri tra le amate tradizioni e l’adattameno alla massiccia intrusione di marchi stranieri e mercati globali nella pesca e in altri settori dell’economia. I maltesi possono conservare parte del loro patrimonio culturale senza negare l’accesso a tipi di innovazione basati su ciò che rende Malta un luogo così unico e interessante, ma senza distruggerne l’anima?

Osservando alcuni dei conflitti tra tradizione e modernità nei settori della pesca e dell’acquacoltura contemporanei di Malta, le relative ramificazioni con altre attività economiche e sociali difficilmente possono essere colte in profondità da un breve soggiorno. Non è certamente da suggerire che i pescatori artigianali siano solo immersi nella tradizione e non creativi e innovativi nel cercare di assicurare il proprio futuro.

Una parte del più ampio quadro europeo è stato colto durante la tappa in Europa del 4° Congresso mondiale sulla pesca artigianale, ospitato dal ministero responsabile della pesca e dalla rete di ricerca globale “Too Big To Ignore”. Ne riportiamo in un articolo separato.

Testo e foto di Cornelia E Nauen, traduzione di Paolo Bottoni.